Il futuro dei fari italiani passa anche attraverso lo sport. Se ne è parlato all'evento 'Lo sport, un "faro" del made in Italy', organizzato il 23 luglio a Roma dall'Agenzia del Demanio in collaborazione con il Coni. Arrivati quasi al termine della consultazione pubblica on line (su www.agenziedemanio.it), con la quale si chiede di proporre e segnalare progetti di rinascita per 11 fari dello Stato (7 gestiti dall'Agenzia del Demanio e 4 dal Ministero della Difesa) si va sempre più delineando lo scenario di valorizzazione per questi beni pubblici abbandonati. Il desiderio dei cittadini è apparso molto chiaro: intervenire al più presto attraverso restauri conservativi ed ecosostenibili per riconsegnarli al territorio.

Dagli interventi del Ministro della Difesa Roberta Pinotti, di Roberto Reggi, Direttore generale dell'Agenzia, del Presidente del Coni, Giovanni Malagò e del Presidente di AICA Giorgio Palmucci è emersa l’importanza di unire il turismo e lo sport. L’idea è di mettere a disposizione altri fari che possano essere dati in concessione, uno strumento che si possa utilizzare anche per altri beni della Difesa. Ci si sta orientando a costruire un bando che valuterà la proposta economica ma anche l'impatto sociale.

Gli 11 fari sono: Faro di Brucoli ad Augusta (SR), Faro di Murro di Porco a Siracusa (SR), Faro di Capo Grosso nell'Isola di Levanzo-Favignana (TP), Faro di Punta Cavazzi ad Ustica (PA), Faro di Capo d'Orso a Maiori (SA), Faro di Punta Imperatore a Forio d'Ischia (NA), Faro di San Domino alle Isole Tremiti (FG), Faro Punta del Fenaio e Faro di Capel Rosso sull'Isola del Giglio (GR), Faro Formiche di Grosseto e Faro di Capo Rizzuto a Isola di Capo Rizzuto (KR).

(Per maggiori informazioni: http://www.agenziademanio.it/opencms/it/ValorePaese/valorepaesefari/)