Secondo i dati forniti dalla Iata,  nel corso dell’assemblea generale,  le previsioni per il 2016 calcolano 39,4 miliardi di dollari (35,2 miliardi di euro) di profitti per il trasporto aereo, quasi 3 miliardi in più rispetto alle stime di dicembre 2015. Il fatturato complessivo generato dalle compagnie aeree si attesterà su quasi 710 miliardi di dollari (635 miliardi di euro) con un margine di profittonetto complessivo del 5,6%. 
A primeggiare in termini di perfomance finanziarie, tra le varie regioni del mondo, sarà ancora una volta il Nord America che genererà la metà dei profitti (23 miliardi di dollari, pari a 20,5 miliardi di euro), mentre i vettori africani continueranno a segnare rosso con perdite di quasi mezzo miliardo di dollari. Buona tenuta anche per la macro regione Europa che chiuderà l’anno con profitti per 6,8 miliardi di euro e una crescita intorno al 5,6% superiore al valore che era stato stimato all’inizio dell’anno. E proprio in Europa, si amplificherà la concorrenza tra medio-piccoli vettori con la sempre più accentuata competitività di quelli low cost. L'unico dato in controtendenza riguarda il lieve decremento della domanda aerea che, rispetto al 7,4% dello scorso anno, si attesterà per tutto il 2016 intorno al 6,8%. Ma tutto sommato il clima che si respira a Dublino – dove l’assemblea generale segna il passaggio di consegne tra Tyler e il neo direttore generale della Iata Alexander de Juniac – è tra i più sereni degli ultimi anni, grazie anche al dato sul movimento passeggeri che nel 2016 dovrebbe toccare i 3,8 miliardi di utenti che fruiranno di una rete di circa 18.240 collegamenti point-to-point giornalieri. Un comparto, dunque, in buona salute che assicura oggi 2,6 milioni di posti di lavoro diretti


(Per maggiori informazioni:www.iata.org)