Il 30 novembre in Confindustria Assomarinas ha presentato le attività associative a difesa degli approdi svolte insieme a UCINA nel corso di tutto il 2017 e ha tenuto un Seminario sui dragaggi nei porti. A tenere banco sono state  le numerose novità legislative introdotte dalla riforma del Codice della nautica e la Legge delega sul riassetto del demanio marittimo.

La riforma del demanio ha visto l’intensa attività di Assomarinas, UCINA e Federturismo, con importanti risultati concreti. L’emendamento sostenuto e approvato all’art. 1 della Legge delega di riforma del demanio, delimita la portata della stessa alle sole concessioni balneari e similari, escludendo la portualità turistica. 

Sono inseriti alcuni principi rilevanti, come il riconoscimento del legittimo affidamento, la tutela degli investimenti dei beni aziendali e del valore commerciale di avviamento, la valutazione (come criterio di assegnazione) della professionalità acquisita nell'esercizio di concessioni di beni demaniali marittimi, in qualità sia di concessionario che di gestore, la previsione di un adeguato periodo transitorio per l'applicazione della disciplina di riordino.

Il riordino dei dragaggi (decreto 15 luglio 2016, n. 172 ) ha visto lungamente impegnate Assomarinas e UCINA Confindustria Nautica al fine di ottenere la validità quinquennale delle autorizzazioni e la possibilità di rimettere i sedimenti in mare se di buona qualità. La valutazione di questi ultimi è passata da un esame puramente chimico all’analisi della concreta capacità di influire sulla vita marina. Il tema si sposta dunque sulle modalità di valutazione, da qui il Seminario organizzato da Assomarinas, che ha visto il confronto molto concreto fra l’Associaizone, una trentina di marine turistiche, ISPRA e Ministero dell’Ambiente.

La riforma del testo unico della nautica porta diverse novità per gli approdi. Assomarinas e UCINA Confindustria Nautica, insieme con Assonat-Confcommercio, Confarca e Assilea, hanno costituito un coordinamento delle associazioni maggiormente rappresentative e attive ai 12 Tavoli tecnici del Ministero dei Trasporti al fine di tutelare l’intera filiera e l’utenza. Nel caso della portualità turistica si è trattato di limitare l'obiettivo danno economico per gli operatori del settore privato, sui quali viene atto gravare l'onere di maggiori spazi per il transito che dovrebbe essere primariamente garantito dai porti pubblici.
Il testo finale prevede che sia riconosciuto un accosto gratuito fino a 4 ore, nell’ambito dei posti in transito, nella fascia oraria definita dal concessionario, per un massimo di tre volte nel mese presso la stessa struttura. Il numero dei posti in transito è fissato all’8%, nel periodo 15 giugno-15 settembre, e in misura inferiore per la restante parte dell’anno: 2 ormeggi fino a 50 posti barca totali, 3 per posti per 100 ormeggi, 5 fino a 150, 10 fino a 250, 15 fino a 500, 20 fino a 750, 25 oltre i 750.
Il nuovo Codice introduce la nuova attività di ormeggio nelle strutture della nautica e assistenza e traino in mare (per unità fino a 24 m), che possono essere effettuate con unità da diporto. Vengono inoltre riconosciuti i piazzali (dry storage) come strutture del diporto.

(Per maggiori informazioni: www.marinas.it; www.ucina.net)