Il 6 dicembre l’Associazione Civita, nell’ambito dell’incontro “Innovazione nella Cultura e nel Turismo”, ha presentato il terzo volume della collana “L’arte di produrre Arte” che, oltre a fornire un’immagine della dimensione e delle dinamiche dell’Industria Culturale e Creativa (ICC) italiana in confronto con quella di altri paesi europei, indaga il comparto di tale industria legato all’innovazione nella cultura e nel turismo.


Dopo i saluti di apertura da parte di Gianni Letta, Presidente dell’Associazione Civita, l’incontro, moderato da Riccardo Luna, Direttore responsabile di Agi, ha visto gli interventi di Pietro A. Valentino, curatore del Rapporto, Armando Peres, Presidente Comitato Turismo OCSE, Domenico Arcuri, Amministratore Delegato INVITALIA, Stefano Pighini, Presidente LVenture Group, Marco Bicocchi Pichi, Presidente Italia Startup, Paolo Giulini, Fondatore Musement.
Il tema dell’innovazione  al centro del Rapporto riguarda quella prodotta dalla rivoluzione informatica e dalla diffusione del digitale che ha modificato sia le modalità di produrre e consumare cultura che il rapporto fra domanda e offerta nel settore turistico. Considerando, ad esempio, l’occupazione culturale totale comprensiva sia degli occupati nelle imprese dell’ICC che di tutti coloro che svolgono una funzione culturale e creativa nel settore pubblico, nel “terzo settore” o in uno degli altri settori dell’economia), l’indagine ha rilevato che nel 2015 in Italia, quest’ultima, è stata di poco superiore alle 614mila unità con un significativo aumento (+3,7%) rispetto al 2011. In Germania sono circa il doppio di quelli italiani e nel Regno Unito circa l’84% in più. La rivoluzione digitale ha reso attrattivo per nuove fasce di fruitori (il “turista creativo”) sia il consumo delle tradizionali attività culturali (dalle performing art alle visite museali) che quelle attività legate alla cultura di un territorio (dalla moda al design, dall’artigianato all’industria del gusto) o all’industria della comunicazione e dell’audiovisivo (ad esempio il cineturismo).
Il Rapporto rileva, dunque, una tendenza di crescita per tali turismi creativi potenzialmente capace di sostenere l’economia di aree del Paese che non fanno parte degli attuali attrattori turistici. Se il mercato di sbocco dei beni e dei servizi culturali non è più costituito solo da “consumatori” nazionali ma da “buyer internazionali” di beni e servizi intermedi, risulta quanto mai necessario incrementare la competitività delle imprese dell’ICC rispetto a questi nuovi acquirenti.

(Per maggiori informazioni: www.civita.it)