Dopo anni di forte crescita del settore, l’eCommerce Travel degli operatori con sede in Italia è calato del -56% e sceso a un valore complessivo di 4,8 miliardi di euro secondo quanto emerge da una ricerca presentata dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo della School of Management del Politecnico di Milano .
Dopo un inizio d’anno estremamente promettente, con crescite che per diversi operatori arrivavano al +30% rispetto a gennaio e febbraio 2019, l’emergenza sanitaria ha sconvolto gli equilibri del settore.


L’ospitalità alberghiera, i trasporti di terra e di mare (via treno, bus, autonoleggi, traghetti) e le attrazioni hanno avuto qualche miglioramento negli indicatori del terzo trimestre, pur dovendo limitare gli accessi e il numero massimo di prenotazioni, riuscendo a mantenere mediamente il livello di fatturato in una forbice tra il 40% e il 60% rispetto al 2019, per i tour operator, crociere e trasporto aereo invece hanno registrato perdite superiori al 70%.
Tuttavia l’emergenza sanitaria non sembra aver intaccato il desiderio di viaggiare dei turisti, infatti, il 33% degli italiani sta ipotizzando di andare in vacanza a Natale “last minute” sul fronte delle prenotazioni.
Più complessa, invece, è la situazione relativa al business travel: la ripresa estiva tra fine giugno e luglio si è rivelata molto marginale (con volumi inferiori al 5% rispetto all’anno scorso) e tra le aziende sembra prevalere l’atteggiamento prudenziale di limitare i viaggi non strettamente necessari, almeno fino alla metà del 2021. Un trend rilevante è l’holiday working, ovvero la possibilità di lavorare per brevi o lunghi periodi da luoghi di vacanza. Il potenziale di mercato è importante: se in Italia nel 2019 solo il 5,7% degli occupati (1,3 milioni) utilizzava la propria abitazione come luogo di lavoro principale o secondario, le misure di lockdown hanno proiettato oltre quota 8,2 milioni il bacino di potenziali smart worker nel nostro Paese.

(Per maggiori informazioni: www.polimi.it)