Per consentire la valorizzazione e lo sviluppo del sistema turistico in un mercato in rapida evoluzione, ha dichiarato la Vice Presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli, intervenendo oggi all’audizione presso la X Commissione della Camera dei Deputati sul Ddl delega turismo, è quanto mai urgente e necessario un riordino complessivo ed organico della normativa in materia di turismo che sia adeguato alle esigenze dei tempi in cui gli imprenditori operano.

 
La frammentazione derivata dalla riforma del Titolo V ha prodotto gravi storture della concorrenza che devono essere corrette da una normativa nazionale uniforme.  


Così come confidiamo nell’introduzione al più presto del Codice Identificativo Nazionale per le strutture ricettive e per le agenzie di viaggio, uno strumento fondamentale per favorire la trasparenza e combattere ogni forma di abusivismo.
 

Auspichiamo, inoltre, che si possa intervenire sugli effetti collaterali prodotti dalla Direttiva pacchetti turistici e ci auguriamo di poter assistere ad un concreto intervento volto ad introdurre efficaci strumenti di controllo sull’adempimento degli obblighi posti dalla Direttiva come quello della garanzia per insolvenza o fallimento.
 
Una nostra grande perplessità riguarda l’armonizzazione della normativa nazionale con il diritto europeo in tema di classificazione alberghiera, codice identificativo e professioni turistiche. Riteniamo che in questi ambiti non esistano norme armonizzate comunitarie quanto, invece, le esperienze degli altri Paesi europei che sono variegate e non univoche. L’Italia per valorizzare la propria offerta deve senz'altro guardare a standard internazionali, ma un riferimento esclusivo a modelli europei, che non sono neanche condivisi, rischia di essere limitativo per un Paese come il nostro che è già sostanzialmente leader del settore.
 
Le imprese per operare al meglio delle loro possibilità necessitano di un quadro normativo chiaro e coerente. Auspichiamo, quindi,  che i decreti delegati  siano approvati prima dei due anni indicati per poter intervenire su alcune questioni ritenute ormai improrogabili.

 
Roma, 4 giugno 2019