In merito alle ultime novità emerse in seguito alle comunicazioni del Comitato Tecnico Scientifico sul protocollo per le aperture degli impianti di risalita, previste per il prossimo 7 gennaio, la presidente di ANEF, Valeria Ghezzi, conferma la volontà di proseguire il dialogo con le istituzioni per giungere a una soluzione utile per tutto il comparto montagna e lamenta di non essere mai stata contattata dagli organizzatori della manifestazione in programma domani ad Abetone.
«Non abbiamo mai autorizzato l’uso del logo dell’Associazione Nazionale Esercenti Funiviari, utilizzato nella locandina della manifestazione. ANEF ha creato un dialogo con il governo e tutte le istituzioni, anche locali, che stanno lavorando per consentire un’apertura in sicurezza dei nostri impianti, indispensabili per l’economia del sistema montagna del Paese, sempre che le condizioni sanitarie lo consentano. I nostri associati stanno cercando di porre in atto tutte le precauzioni necessarie a rispettare le regole che il CTS sta validando assieme alla conferenza Stato-Regioni, in modo da riuscire a riaprire gli impianti nel totale rispetto della salute degli utenti e dei dipendenti.
Purtroppo, la chiusura forzata del marzo scorso e la mancata apertura di questo dicembre hanno causato un danno economico impossibile da sanare anche con un’apertura immediata. Un danno che va ben oltre le società impiantistiche rappresentate da ANEF e che arriva a comprendere tutto il tessuto socio/economico dei territori della montagna alta con gli alberghi, i ristoranti e le attività commerciali e sportive, senza dimenticare tutte le aziende agricole e silvo-pastorali, per le quali il turismo rappresenta comunque una risorsa nel corso della stagione invernale, durante la quale, in assenza di turismo, diventa impossibile pensare a qualsiasi forma di attività alternativa.
A questo punto diventa indispensabile riuscire a collaborare con tutte le istituzioni, e in particolare il governo nazionale e la Regione Toscana nello specifico, in modo da poter riuscire a trovare forme di ristoro che possano permettere di aiutare chi vive e lavora nei territori montani. Tra l’altro, in questi giorni affrontiamo un’eccezionale ondata di maltempo con precipitazioni nevose che non si vedevano da anni e che, purtroppo, non potendo sfruttare la neve a fini turistici, creano ulteriori costi e disagi a tutti coloro che si stanno adoperando per permettere la sopravvivenza dell’economia di montagna.
In relazione alla manifestazione rinviata, abbiamo il massimo rispetto di tutti i colleghi e gli operatori del settore che vogliono manifestare il disagio per una situazione molto difficile in cui regna l’incertezza, ma non crediamo che questo sia il momento giusto né la modalità corretta».