Secondo la nuova analisi regionale dalla Global Business Travel Association, la spesa per i viaggi d’affari nel continente potrebbe raggiungere i 389,9 miliardi di euro nel 2026, con un aumento dell’8,2 per cento rispetto al 2025.
Un dato rilevante, soprattutto considerando un contesto segnato da rallentamenti economici, pressioni sui costi, instabilità geopolitica e politiche aziendali improntate alla prudenza.
Il business travel resta dunque un indicatore utile per leggere l’orientamento generale dell’economia. Quando le imprese riprendono a investire in trasferte significa che intravedono spazi di sviluppo, anche se con cautela e in modo selettivo. La crescita stimata dalla Gbta suggerisce un consolidamento strutturale, con gli inevitabili rallentamenti dopo il rush post pandemia, con una domanda che continua a ristrutturarsi tra nuove priorità, modelli ibridi e maggiore attenzione al ritorno sull’investimento.
Secondo l'analisi la spesa europea per i viaggi d’affari dovrebbe crescere fino a raggiungere i 441,6 miliardi di euro entro il 2028, in calo, però, rispetto alle previsioni dell’anno precedente, che prevedevano che la spesa europea per i viaggi d’affari avrebbe raggiunto, entro quella data, i 476,6 miliardi di euro.
Nel 2025, secondo il Business Travel Index Outlook, l’Europa occidentale – che comprende Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito – dovrebbe rappresentare l‘88% della spesa totale europea per i viaggi d’affari.
Germania, Regno Unito, Francia, Italia, Spagna e Paesi Bassi sono stati classificati come i primi sei mercati europei dei viaggi d’affari nel 2025 in base alla spesa annuale di origine. Collettivamente, questi mercati rappresentano oltre 241,5 miliardi di euro e il 17,7% della spesa totale per viaggi d’affari a livello globale stimata per il 2025, pari a 1,36 trilioni di euro.
Nel frattempo, l’Europa “emergente” – che la Gbta classifica come Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Romania, Russia, Slovacchia, Turchia e Ucraina – rappresenta il 12% della spesa per viaggi d’affari della regione.
Secondo la ricerca, il costo medio di un viaggio d’affari in Europa è di 850,7 euro, con l’alloggio citato come la spesa maggiore, seguito da cibo e bevande e dai viaggi aerei. I viaggiatori d’affari nel Regno Unito sono quelli che spendono di più per viaggio, con quasi 1.305 euro, mentre la Polonia e la Svezia hanno la spesa media più bassa, compresa tra circa 639 e 646 euro per viaggio.
L’indagine ha anche evidenziato che i seminari e la formazione, la partecipazione a convegni e conferenze e le riunioni interne aziendali sono le principali motivazioni dei viaggi d’affari in Europa. Tre su quattro (77%) dei viaggiatori d’affari europei intervistati hanno dichiarato che alla fine dell’anno in corso avranno speso quanto nel 2019 o anche di più, con una durata media di 3,1 notti.
I business traveller europei sono anche meno propensi (57%) rispetto a quelli del Nord America (68%) e dell’Asia-Pacifico (70%) a combinare i viaggi d’affari con quelli personali.
Per quanto riguarda i mezzi di trasporto, gli europei sono più propensi a utilizzare il treno per i viaggi di lavoro rispetto a quelli di altre regioni, ovviamente anche per motivazioni legate alle destinazioni. Il 38% ha preso il treno durante il suo ultimo viaggio, rispetto all’8% del Nord America e al 4% dell’America Latina.
(Per maggiori informazioni: www.gbta.org)
