Elisabetta Fabri, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi, è intervenuta il 10 giugno a Roma all’evento “Investire in Roma 2025”, organizzato dal Sole 24 Ore in collaborazione con DILS, partecipando alla tavola rotonda “Turismo a Roma, l’evoluzione del settore alberghiero italiano e la crescente domanda dell’hospitality”.
"Roma sta vivendo una fase di forte rilancio, confermandosi centro nevralgico per il turismo italiano. Nel 2024 ha attratto il 22% degli investimenti alberghieri nazionali, pari a 465 milioni di euro, con numerose nuove aperture previste, in gran parte nel segmento 5 stelle. Un segnale chiaro della crescente attrattività della città per il turismo di alta gamma.
Roma e l’Italia sono un patrimonio straordinario che va promosso e sostenuto con orgoglio, anche attraverso una sinergia più solida tra pubblico e privato. Gli investitori ci sono e guardano con attenzione alle opportunità del settore – ha dichiarato Elisabetta Fabri, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi durante il suo intervento.
Sul fronte MICE, Roma è leader nazionale. Si tratta di un comparto strategico perché lavora tutto l’anno e contribuisce in modo determinante alla destagionalizzazione, colmando i cali di occupazione nei mesi invernali. La Capitale ha superato Parigi sia per arrivi che per durata media del soggiorno: dati che impongono di puntare sempre di più su un’offerta turistica di qualità – ha sottolineato la Presidente Fabri.
La pandemia ci ha insegnato il valore delle esperienze e della libertà. Oggi è il momento di alimentare questa ritrovata energia, proteggendo i nostri territori e governando con lungimiranza i flussi turistici.
L’overtourism non è un problema in sé, ma lo diventa in assenza di una visione. Roma ha un’identità forte e radicata nei suoi quartieri, veri e propri borghi con caratteristiche uniche. Una città equilibrata nasce dalla coesistenza virtuosa tra turisti e residenti.
Il turismo è fonte di ricchezza, ma va gestito con responsabilità e visione a lungo termine. Anche i visitatori lo percepiscono: non vogliono sentirsi parte di una massa indistinta, incapaci di vivere appieno la città, costretti a prenotare con mesi di anticipo o impossibilitati a scoprire l’autenticità del luogo.
Dobbiamo difendere ciò che ci rende unici: l’artigianato, le tradizioni, l’identità culturale. L’omologazione globale è un pericolo concreto e rappresenta una perdita di valore competitivo.
Il settore alberghiero ha vissuto una profonda trasformazione: dal focus sul posizionamento e sulla relazione con i clienti, all’introduzione del revenue management, al merchant model, fino alla dipendenza da OTA e mercati esteri. Oggi più che mai è importante focalizzare l’attenzione sulle relazioni dirette e sulla diversificazione dei mercati, per evitare esposizioni eccessive a singoli flussi, come quello americano. È quindi fondamentale avere sempre un’alternativa e costruire con visione il proprio mix di mercato.
Sul turismo di lusso, ricordo che la chiave è l’esperienza: i viaggiatori alto-spendenti cercano unicità e autenticità, non solo comfort. Servono strategia, investimenti mirati e una visione ambiziosa per continuare a crescere e motivare le nostre imprese – ha concluso la Presidente Fabri."
(Per maggiori informazioni: www.alberghiconfindustria.it)