Roma 10 luglio 2025 – Il federalismo fiscale, nell’impianto a oggi prefigurato, rischia di compromettere l’equilibrio economico finanziario del trasporto pubblico locale nei diversi territori e di creare differenze e squilibri nell’offerta di un livello adeguato e omogeneo di servizi a tutti i cittadini, a garanzia del diritto costituzionale alla mobilità.

Sono queste le preoccupazioni espresse questa mattina da Nicola Biscotti, Presidente di ANAV, l’Associazione di Confindustria che rappresenta le imprese del settore del TPL, alla Commissione Finanze del Senato, in sede di audizione sullo schema di d.lgs. in materia di federalismo fiscale regionale.
Dati alla mano il Presidente Biscotti ha evidenziato come una esperienza di federalismo fiscale per il finanziamento del TPL sia già stata percorsa in passato, tra il 2008 e il 2012, con effetti negativi dovuti alla rilevante distrazione per altre finalità delle risorse che avrebbero dovuto essere utilizzate per il finanziamento dei servizi. L’istituzione del Fondo nazionale TPL dal 2013 ha invece garantito un necessario vincolo di destinazione per il settore di risorse stabili, sia pure in assenza di un adeguato meccanismo di indicizzazione atto a preservare nel tempo la capacità di finanziare livelli adeguati di servizio, per effetto di cui la sua dotazione finanziaria è a oggi carente di oltre 800 milioni annui, come anche recentemente emerso dallo studio presentato dall’Università di Roma Sapienza in occasione
del convegno ANAV del 26 giugno scorso.

“È oggi indispensabile coniugare un sistema di federalismo fiscale più avanzato con la garanzia del soddisfacimento su tutto il territorio nazionale dei diritti civili e sociali costituzionalmente tutelati, tra
cui il diritto alla libera circolazione e alla mobilità”, ha asserito il Presidente Biscotti, correggendo a tal fine alcune criticità al momento non risolte del sistema di federalismo fiscale prefigurato per il TPL
dalla legge 42/2009.

Le richieste primarie avanzate da ANAV consistono nel:
• classificare il trasporto pubblico locale e regionale come spesa essenziale, garantendo il finanziamento integrale dei fabbisogni standard attraverso quote specifiche del fondo perequativo;
• assicurare il vincolo di destinazione al settore delle risorse rinvenienti per ciascuna Regione dalla compartecipazione al gettito dell’IRPEF, con un divieto di distrazione per altre finalità.

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