Nonostante le incertezze geopolitiche e macroeconomiche, l’84% degli operatori italiani mostra ottimismo per la stagione estiva — una percentuale in linea con il record dello scorso anno (66%) e nettamente superiore al minimo storico del 36% registrato nel 2022, come si evince dalla 5^ edizione dell’European Accommodation Barometer di Booking.com, uno studio che raccoglie le opinioni di 1.160 manager e dirigenti del settore ricettivo in Europa.

Tuttavia, il livello di fiducia non è uniforme in tutta Europa: l’Europa meridionale (Croazia, Grecia, Italia, Spagna, Portogallo) è particolarmente positiva, l’Europa centrale (Austria, Francia, Germania, Polonia) si mostra più cauta, mentre l’Europa settentrionale (Paesi nordici, Irlanda) si colloca a metà strada.

In continuità con i trend del Barometro 2024, l’ottimismo economico va di pari passo con la stabilità degli investimenti: il 76% delle strutture intende mantenere invariati i propri piani nei prossimi mesi. Gli hotel appartenenti a catene mostrano strategie di investimento più proattive rispetto a piccole/medie strutture o hotel di categoria inferiore, che adottano un approccio più conservativo.

Con un periodo operativo intenso alle porte, le necessità di personale restano una priorità. In media, gli hotel europei prevedono di assumere 3,59 dipendenti nei prossimi 12 mesi, con differenze marcate tra strutture indipendenti e catene: gli hotel indipendenti prevedono 2,72 nuove assunzioni, le catene arrivano a 5,85.

Secondo la ricerca, i ruoli stagionali e meno specializzati risultano relativamente facili da coprire, mentre i ruoli senior e qualificati (direzione generale, vendite, marketing) continuano a essere una sfida. Le aspettative salariali elevate (70%) e le difficoltà nel garantire un buon equilibrio vita-lavoro (66%) sono le principali barriere all’assunzione.

Il 59% cita la carenza di competenze o esperienze specifiche come ostacolo rilevante. Puntare su candidati meno qualificati o inesperti non è un’opzione percorribile per molti, a causa dei costi elevati legati a formazione e upskilling — un freno trasversale a tutte le dimensioni aziendali, accentuato anche dalla mancanza di capacità manageriali interne per gestire tali percorsi. Il divario colpisce in modo particolare le strutture piccole e indipendenti, che non dispongono delle risorse formative tipiche delle catene. Infatti, il 17% delle strutture indipendenti non offre alcuna formazione, contro solo il 2% delle catene. Queste ultime sono anche più propense a collaborare con fornitori esterni (49%) e a offrire programmi di formazione online (42%), contro il 29% e 24% delle strutture indipendenti.

Molte strutture italiane riconoscono i vantaggi dell’intelligenza artificiale, soprattutto in ambiti come marketing (61%), customer service (76%) e revenue management (80%). Tuttavia, permangono ostacoli significativi: per tre strutture su cinque, i costi elevati di implementazione (69%) e la complessità di integrazione (69%) frenano l’adozione. In linea con il gap di competenze che riguarda soprattutto i ruoli manageriali, il 58% segnala la carenza di esperti tecnici interni come ostacolo all’uso di tecnologie digitali e IA. Per le strutture di dimensioni più contenute, questi ostacoli possono superare i potenziali vantaggi, alimentando un divario digitale che rischia di compromettere competitività e crescita futura.

 

(Per maggiori informazioni: https://news.booking.com/it/bookingcom-fotografa-litalia-dellaccoglienza-fiducia-al-top-ma-la-vera-sfida-e-formare-e-innovare-i-dati-dellaccommodation-barometer-2025/)