Più di 1 miliardo di euro è il valore effettivo del destination wedding in Italia e ancora più alto è il peso specifico del settore in generale che – nell’ambito della filiera turistica – ingloba sia l’organizzazione di matrimoni e viaggi di nozze di coppie italiane, sia l’allestimento di cerimonie nuziali di stranieri sul nostro territorio, quasi sempre in un angolo suggestivo della Penisola.

Secondo i dati elaborati dal Centro Studi Turistici di Firenze riguarda proprio i target di riferimento del bacino estero: lo scorso anno nel nostro Paese sono stati celebrati 15.100 matrimoni di stranieri, in prevalenza provenienti dai mercati long haul di Usa, Giappone e India.
Per il 2025 è attesa una conferma in merito alla composizione dei mercati di provenienza delle coppie di sposi, tranne per alcuni segmenti di nicchia che hanno evidenziato un certo rallentamento anche nel 2024. La quota maggioritaria rimane sempre quella europea, ma dalle prime indicazioni sembra si sia consolidata anche la domanda proveniente dagli Stati Uniti, nonostante le difficoltà legate alla debolezza del dollaro e all’incertezza dell’economia americana.
Una crescita in valori assoluti è attesa invece da altri Paesi extraeuropei, primi tra tutti Australia, Canada, India ed Emirati Arabi. Secondo le prime proiezioni, i ritmi di crescita del segmento sono sicuramente meno sostenuti rispetto agli ultimi anni, ma rimangono comunque apprezzabili. La variazione potrebbe attestarsi tra il +5,5% e il +6,5% rispetto al 2024. Ma di certo per il 2026 si prospetta un consolidamento di mercati che già oggi sono una garanzia di business, quali gli Stati Uniti e il Giappone.
Ci sono poi le evoluzioni del wedding che rappresentano certamente un punto di riferimento per gli operatori: se ultimamente si è riscontrata una spiccata tendenza legata ai microeventi con riti per un ristretto gruppo di invitati, si sono anche accentuati trend per eventi nuziali “multiday” – soprattutto dai mercati indiano e nordamericano – della durata di 3/4 giorni, che impegnano gli organizzatori nell’ideazione di tour personalizzati per gli ospiti e momenti di entertainment non banali.
Da qui la selezione di località iconiche della Penisola e attività immersive come i cooking game e i wine tour con degustazioni. Ovviamente si sta accentuando la scelta di dimore storiche (castelli, palazzi nobiliari) e una spiccata preferenza per destinazioni quali la Costiera amalfitana, i laghi di Como e Maggiore e la Toscana. Mentre il fascino di Roma è inossidabile tra giapponesi e indiani. Non certo marginale è poi la spesa media di un “evento wedding” nella sua globalità – organizzazione della cerimonia, catering, servizi, ospitalità – che ormai si aggira intorno ai 35-38mila euro.
Circa i periodi in cui si concentrano le richieste degli stranieri, gli operatori evidenziano picchi in maggio, ottobre e novembre, così come tra i must che devono caratterizzare la cerimonia primeggia l’esperienzialità, ovvero – per fare qualche esempio – un “welcome pizza” nel borgo scelto per celebrare il rito o ancora un “oliva tour”, una cena tra le vigne o la rappresentazione di una festa paesana con danze e musiche folk. Oppure, nel caso di Puglia o Sicilia, l’imperativo è la predisposizione di sistemazioni per gli ospiti nelle masserie dell’entroterra e particolari experience, come la visita alle tonnare isolane.

(Per maggiori informazioni:https://centrostudituristicifirenze.it/)