Le anticipazioni del Rapporto sul turismo enogastronomico italiano confermano un trend chiaro: le cantine a gestione familiare sono tra le mete più apprezzate dai visitatori stranieri, soprattutto dalla GenZ statunitense, e hanno conquistato i turisti britannici e tedeschi.


L’Italia conta oltre 240mila aziende agricole dedicate ai vigneti, circa 30mila aziende vinificatrici e solo 1.883 realtà industriali (Ismea, “L’Italia del Vino 2025”). Un tessuto produttivo quindi dominato da imprese di dimensioni medio-piccole, dove autenticità e rapporto diretto con la proprietà rappresentano un valore aggiunto.
Secondo i dati del Rapporto, le visite alle cantine restano l’esperienza più richiesta: negli ultimi tre anni sono state scelte dal 22% degli americani, dal 17% dei tedeschi e dal 18% dei britannici. Nei viaggi futuri, il 78% degli statunitensi, il 74% degli inglesi e il 61% dei tedeschi dichiara di voler visitare luoghi di produzione, con le cantine al primo posto (42% Usa, 36% Uk, 30% Germania), davanti a frantoi e caseifici.
L’interesse cresce quando si parla di cantine a conduzione familiare: 68% dei turisti Usa, 57% britannici e 49% tedeschi. In particolare, l’82% della GenZ americana esprime la massima attrazione per queste realtà, seguita dal 67% dei coetanei britannici e dal 33% dei tedeschi. Per questi ultimi l’interesse aumenta con l’età, toccando il picco nella GenX (45-54 anni), mentre per gli inglesi il massimo si registra tra i Millennials (25-34 anni), con il 78% di risposte positive.
Entrare in una cantina familiare è una delle esperienze enogastronomiche più gradite dai turisti internazionali. I dati del Rapporto evidenziano che superano, per gradimento, le visite alle aziende dei brand più conosciuti e sono precedute soltanto dalla scoperta delle dimore storiche italiane. A emozionare chi visita il nostro Paese è il fatto di essere accolti direttamente dalla proprietà, che poi gestisce in toto o in parte le visite guidate, con il necessario supporto di figure professionali specializzate nell’incoming. Questo valore aggiunto assicurato dall’autenticità deve essere accompagnato dai necessari investimenti in comunicazione digitale, promozione multicanale e dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale per acquisire visibilità nella rete ed entrare così non solo all’interno dei pacchetti dei tour operator di riferimento nei Paesi di origine dei turisti internazionali, ma anche nei radar dei turisti stessi che si creano autonomamente il proprio viaggio in Italia.

(Per maggiori informazioni:https://www.robertagaribaldi.it/rapporto-sul-turismo-enogastronomico-italiano/)