Secondo i dati dell’Osservatorio Spiagge.it, il volume dei servizi prenotati online è passato dai 5 milioni di euro del 2020 ai 65 milioni in cinque anni, con una previsione di raggiungere i 100 milioni entro il 2026.
Un trend sostenuto dalla crescente consapevolezza degli operatori — con circa il 20% degli stabilimenti che oggi utilizza piattaforme digitali per gestire prenotazioni e servizi — e da un’utenza sempre più connessa e multicanale.
Dallo studio emerge che le nazionalità più presenti sulle spiagge italiane sono quelle di: Stati Uniti, Germania, Austria, Svizzera, Gran Bretagna e Francia.
Gli americani, in particolare, segnano un incremento del 30% rispetto al 2024, prediligendo Campania e Liguria, mentre austriaci e tedeschi si concentrano su Friuli Venezia Giulia e Veneto, spinti da vicinanza geografica e legami storici. Gli svizzeri mostrano una preferenza crescente per la Puglia, senza però rinunciare ad altre destinazioni della penisola.
Il turista straniero si rivela smart, autonomo e ad alto potere di spesa: prenota per l’80-90% via smartphone — spesso in fascia serale — organizza la vacanza con largo anticipo (gli statunitensi già da gennaio) e soggiorna in media da 4 a 6 giorni. Ha inoltre una forte propensione all’upselling, dal noleggio premium alle esperienze personalizzate, con uno spending power fino all’80% superiore rispetto al viaggiatore italiano.
L’analisi mostra che le spiagge con un’offerta tematica o di nicchia registrano tassi di conversione e fidelizzazione più elevati. A funzionare meglio sono i lidi con un’identità chiara e servizi dedicati — family, sport, pet-friendly, wellness o luxury — in grado di rispondere a bisogni specifici del cliente.
La spinta digitale è alimentata anche dal ricambio generazionale: la Gen Z e i nativi digitali, ormai entrati nel mercato del lavoro, gestiscono l’intero viaggio dallo smartphone. Per gli operatori questo significa presidiare il canale mobile con siti responsive, schede Google aggiornate e una presenza efficace sulle piattaforme di prenotazione.
La direzione è chiara: il turismo balneare italiano corre verso un futuro sempre più digitale, personalizzato e data-driven, dove tecnologia e identità territoriale camminano di pari passo.
(Per maggiori informazioni: www.spiagge.it)
