Secondo l’indagine sulla stagionalità di Aite-Associazione italiana turismo enogastronomico, l’aumento dei prezzi è un fattore disincentivante per chi viaggia alla ricerca di vino e specialità gastronomiche e a pagarne le spese sono soprattutto i ristoranti.
Sommando a quelli di qualità standard e premium (13%) anche gli stellati o i locali specializzati nel fine dining (8%), emerge che il 21% dei turisti, in caso di necessità, sacrificherà questo tipo di esperienza e il 15% inizierà alleggerendo il conto dei vini.
I rincari impongono una decurtazione della spesa destinata al viaggio: il 45% degli intervistati farà uscite di due/tre giorni e il 33% di quattro/sette giorni. Solo il 6% ha invece deciso di dedicare solo un giorno e senza pernottamento e il 6% non ha intenzione di muoversi neppure un giorno. Questo implica che l’88% degli intervistati trascorrerà una o più notti in strutture alberghiere o b&b privati.
Il 62% considera l’aumento dei costi di viaggio come una limitazione e il 56% si trova a disporre di un minor potere di spesa per via dell’inflazione. Solo 1 su 4 (26%) dichiara un budget maggiore. Tra gli altri fattori critici, rispetto alla decisione di mettersi in viaggio, compaiono gli eventi estremi dal punto di vista meteorologico (47%) e il sovraffollamento da overtourism (42%). Da non sottovalutare, infine, il rischio scioperi e le tensioni geopolitiche come fattori disincentivanti (41%).
Le città d’arte sono la destinazione preferita nel periodo autunnale, con il 63% degli intervistati che ha in programma un viaggio fino a dicembre in queste località. Il mare “resiste” come destinazione con il 35%, la montagna al 33%, e le aree rurali attraggono il 25% degli intervistati. Le aree rurali e i borghi emergono con particolare forza (25%), soprattutto nel Centro (31%), nelle fasce 35–54 anni (29%). La domanda culturale resta trainante, ma la ricerca di destinazioni a bassa densità turistica è particolarmente forte tra profili alto-culturali, offrendo un’utile indicazione per strategie di deconcentrazione dei flussi. Più arretrate le posizioni della collina e dei laghi. In crescita la montagna verso il Natale.
L‘Italia è la meta di riferimento dell’autunno, con il 59% del campione che ha deciso di muoversi solo all’interno dei confini nazionali e con il 22% che farà o ha fatto sia Italia sia estero. La quota di coloro che hanno scelto di andare oltre confine è pari al 19% percento.
E se, fra le pluralità di esperienze del viaggio, la scoperta dei sapori dei territori scelti per l’occasione è la principale (66%) più della cultura e delle visite alle attrazioni turistiche, la ristorazione continua a interpretare il ruolo di protagonista fra le proposte enogastronomiche, confermando il suo essere ambasciatrice dei sapori locali. Il 52% farà esperienze di degustazione al ristorante nel corso del viaggio, il 40% visiterà cantine e il 38% parteciperà a eventi enogastronomici, con maggiore incidenza tra i 35-54 anni, redditi medio-alti, il 27% si dedicherà ai frantoi o aziende olivicole e la stessa percentuale ha scelto una formula rigenerante tra spa e sapori.
Le esperienze attive come il trekking tra vigneti e la mountain bike sono più forti tra i 25-44 anni mentre l’enogastronomia si conferma un vettore intergenerazionale, declinato in modo esperienziale-attivo nei giovani e culturale-degustativo nelle fasce mature.
(Per maggiori informazioni:https://www.associazioneitalianaturismoenogastronomico.it/)
