Nei soli primi nove mesi di questo anno travagliato dalle tragedie di Gaza e della guerra in Ucraina, il turismo mondiale ha comunque bruciato il record dello scorso anno superando la soglia di 1,1 miliardi di viaggiatori mondiali.
Si tratta di un trend di crescita vicino al +5% secondo il Tourism Barometer dell'UNWTO.
L’industria dei viaggi procede a vele spiegate, trainata da una domanda forte nonostante l’inflazione e le tensioni geopolitiche. Africa ed Europa hanno guidato la crescita, mentre diverse destinazioni, tra cui Brasile, Egitto e Giappone, hanno registrato incrementi addirittura a due cifre. Anche la spesa dei visitatori è rimasta solida nei mercati chiave, a dimostrazione della resilienza del settore.
Ma il dato più eclatante del Barometro è quello dell'aumento di oltre 50 milioni di viaggiatori rispetto ai primi nove mesi del 2024. Un aumento reso possibile soprattutto da una robusta stagione estiva nell’emisfero settentrionale, sostenuta da una maggiore voglia dei consumatori di viaggiare, da una capacità aerea in miglioramento rispetto ai primi due anni post pandemia e da tassi di cambio favorevoli per i principali mercati di origine.
L’analisi dei dati turistici basata sulla mappatura geografica vede nell’Africa la regione del mondo con la crescita più rapida, con arrivi superiori al +10%. Il Nord del continente ha registrato addirittura un balzo in avanti del +11%, mentre l’Africa subsahariana è salita del +10%, trainata dalle ottime performance di Egitto, Etiopia, Marocco e Sudafrica, mercati che hanno già superato i livelli del 2019.
L’Europa rimane la più grande destinazione turistica al mondo, che in questi primi nove mesi dell’anno ha attratto 625 milioni di turisti, con un aumento del +4% su base annua. In particolare quelle occidentale e centro-orientale hanno registrato una solida crescita (rispettivamente +5% e +8% ), sostenuta dall’elevata occupazione estiva e dall’aumento del trasporto aereo regionale. Il Nord Europa ha, invece, registrato un modesto calo dell’1% , mentre l’Europa meridionale con il Mediterraneo è cresciuta del 3% grazie alla forte domanda di viaggi verso le spiagge e le città culturali.
Trend di crescita seppur contenuto anche per le Americhe che hanno registrato un incremento medio del +2%, con il Sudamerica (+9% ) che ha superperformato, mentre il Nord America ha subito lievi cali (-1%) per l’effetto Trump e la riduzione dei flussi in entrata verso Stati Uniti e Canada.
Il Medio Oriente, da parte sua, ha mantenuto una solida traiettoria di ripresa post pandemia, registrando un aumento del 2% e attestandosi al 33% in più rispetto ai livelli del 2019.
Infine nella macro regione dell’area Asia-Pacifico gli arrivi sono cresciuti dell’8%, sostenuti da una forte ripresa nel Nord-Est asiatico (+17%). La regione ha raggiunto il 90% dei livelli 2019, con Giappone, Vietnam, Mongolia e Sri Lanka tra i Paesi con le migliori performance.
A conti fatti, nella top ten delle destinazioni con le più eclatanti crescite in termini di arrivi turistici nel mondo primeggiano il Brasile (+45%), il Vietnam (+21%) e l’Egitto (+21%), seguiti da Etiopia, Giappone, Sudafrica, Sri Lanka, Mongolia, Vietnam e Marocco.
Questi mercati, tra l’altro, hanno beneficiato di una maggiore connettività aerea, di agevolazioni per i visti, campagne di marketing mirate e condizioni valutarie favorevoli.
Interessante anche il risvolto economico legato alle entrate valutarie per turismo che in questi primi nove mesi dell’anno han visto primeggiare il Giappone con una spesa dei visitatori lievitata a un +21% e l’Egitto (+18%), seguiti da Mongolia, Marocco, Lettonia, Brasile, sempre con incrementi a doppia cifra.
Mentre riguardo alla spesa turistica in uscita dai principali mercati di origine, spiccano Stati Uniti (+7%), Spagna (+15%), Francia (+5%) e Corea (+7%), tutti bacini rilevanti che hanno rafforzato la domanda globale.
Sempre secondo quanto riportato dal report Un Tourism, un contributo tangibile a questa crescita proviene essenzialmente dal trasporto aereo con gli Rpk cresciuti del +7% e da una ricettività sempre più estesa (alberghiera ed extra-alberghiera) e ben organizzata che detiene il 68% di quota-mercato dei pernottamenti turistici.
Sulla scorta di questi dati che includono la stagione estiva – da sempre periodo di picco della domanda turistica – l’Agenzia delle Nazioni Unite per il Turismo prevede una crescita globale degli arrivi internazionali per l’intero anno 2025 compresa tra il 3% e il 5%. E questo nonostante gli elevati prezzi dei viaggi, l’instabilità geopolitica e le condizioni economiche disomogenee che continuano a rappresentare un rischio al ribasso.
Così, grazie alle solide performance regionali, all’aumento della spesa dei visitatori e al miglioramento della connettività globale, il settore dei viaggi e del turismo è pronto per un altro anno di espansione sostenuta, consolidando il suo ruolo di motore chiave della ripresa economica globale.
E secondo i dati aeroportuali italiani Assaeroporti parla di 198,5 milioni di passeggeri da gennaio a ottobre, con un +3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (1,5 milioni di pax in più), mentre nel solo mese di ottobre i passeggeri sono stati 21,2 milioni (+2,8% rispetto allo stesso mese dell’anno prima).
(Per maggiori informazioni: www.unwto.org; www.assaeroporti.com)
