Secondo il Centro studi di Confindustria la spesa dei turisti stranieri è in aumento, il turismo straniero ha accelerato l’espansione a ottobre (+7,4% annuo la spesa), se valutato a prezzi correnti.
La spesa degli stranieri in Italia è stimata chiudere l’anno a circa 57 miliardi, con un +5,2% sul 2024. Il flusso di turismo in uscita, cioè gli italiani all’estero, cresce a ritmi minori (+3,1% nel 2025) e resta più basso. Il saldo turistico dell’Italia, quindi, è largamente in attivo e crescente negli ultimi anni (+23 miliardi stimati nel 2025, da +21 nel 2024), fornendo un contributo importante alla solidità dei nostri conti con l’estero. In leggero calo gli arrivi, al picco storico le presenze. Gli arrivi turistici in Italia avevano toccato nel 2024 un picco di 140 milioni (+4,5% sul 2023). Nel 2025 è stimato invece un lieve calo, a 138 milioni (-1,4%), con i dati disponibili fino a settembre. Gli arrivi di turisti stranieri in Italia (75 milioni nel 2025, da 65 nel 2019), pur frenando, continuano a crescere debolmente (+0,9%), mentre calano quelli di turisti italiani (63 milioni, pari ora al 46% del totale, -3,9% nel 2025), dopo il recupero registrato fino al 2023, tornando così ben sotto al livello del 2019 (66 milioni). In aumento però le presenze: +10 milioni, al picco storico (476 milioni di notti) grazie all’aumento della permanenza media.
Aumentano i prezzi dei servizi turistici. L’espansione della spesa turistica a prezzi correnti, mentre gli arrivi ristagnano, è spiegata in misura significativa dall’aumento dei listini. I prezzi turistici, infatti, sono quelli che crescono di più in Italia: per i prezzi dei “servizi ricettivi e di ristorazione” la variazione acquisita per il 2025 con dati fino a novembre è di +3,4%, più del doppio della dinamica totale dei prezzi al consumo (+1,5%). Oltre a questi, contano anche altri prezzi, come quelli di “musei-parchi” pure essi in forte rialzo (+2,9% nel 2025). Presenze concentrate nel Centro-Nord. Secondo gli ultimi dati dell’Istat che consentono una disaggregazione territoriale, i turisti in Italia nel 2024 si sono distribuiti soprattutto al Nord-Est (38,8%), al Centro (24,7%) e al Nord-Ovest (17,0%). Più basse le presenze al Sud (12,3%) e nelle Isole (7,1%). Le regioni del Nord e del Centro ospitano un turismo in prevalenza straniero (57-58%), mentre quelle del Sud prevalentemente italiano (64%) e le Isole registrano delle quote quasi pari (51% di stranieri). Le grandi città hanno assorbito il 22% delle presenze turistiche in Italia, seguite dai comuni con vocazione marittima (19%), soggetti però a una maggiore stagionalità. La provincia di Roma e quella di Venezia da sole hanno registrato rispettivamente 47 e 38 milioni di notti trascorse dai turisti, ovvero il 10% e l’8% del totale delle presenze turistiche nel 2024. I brand turistici assorbono quasi un terzo delle presenze. Nei “brand” turistici territoriali, ovvero territori geografici o aree specifiche con un’identità forte e un’immagine ben definita a livello internazionale, nel 2024 sono state trascorse 133 milioni di notti (il 29%). I turisti si sono concentrati soprattutto sul Lago di Garda e la Riviera Romagnola, che assorbono ciascuno circa un quinto delle presenze nei “brand”, con una netta prevalenza di stranieri nel primo caso (22 milioni contro 4), di italiani nel secondo (20 milioni contro 6). Secondo gli ultimi dati disponibili dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, le mete internazionali più in crescita in termini di arrivi di turisti stranieri sono il Qatar (+130% nel 2024 sul 2019, che arriva a +138% nei primi 9 mesi del 2025), il Bhutan (+127% e +203%), l’Albania (+85% e +83%), le Seychelles (+83% e +106%). L’Italia, pur senza registrare questi elevati tassi di crescita, si mantiene tra i primi posti per arrivi turistici: è terza tra le mete europee, dietro la Spagna (prima al Mondo) che di recente ha superato la Francia. Ma se quei tassi di espansione di nuove mete internazionali dovessero proseguire nel medio termine, si potrebbe avere una crescente pressione sulle destinazioni nostrane. Le analisi statistiche dimostrano che il settore turistico in Italia rappresenta una fetta significativa di PIL e occupati. Negli ultimi anni, la sua crescita ha puntellato la dinamica per altri versi anemica dell’economia italiana: è cruciale rilanciare gli arrivi turistici per continuare a contare su tale motore.
(Per maggiori informazioni:https://www.confindustria.it/pubblicazioni/calano-export-e-produzione-industriale-deboli-i-consumi-elettricita-ancora-cara/)
